Spesso i termini “risarcimento del danno“ e “indennizzo“ vengono utilizzati in modo intercambiabile nel linguaggio comune, quando si cerca di ottenere un riconoscimento economico per un danno subito. Tuttavia, da un punto di vista giuridico, si tratta di due concetti distinti con presupposti e finalità diverse.
Comprendere la differenza tra i due concetti è fondamentale per sapere quando si ha diritto a una compensazione economica e quale procedura seguire.
In questa guida, analizziamo le differenze principali tra risarcimento e indennizzo, i loro ambiti di applicazione e come ottenere il giusto riconoscimento dei propri diritti.
Risarcimento Danni
Il risarcimento del danno è una somma di denaro che viene corrisposta a chi ha subito un danno ingiusto, con lo scopo di compensare la perdita subita e riportare la persona alla situazione precedente all’evento dannoso.
Quando si ha diritto al risarcimento?
Si può ottenere il risarcimento quando si dimostra:
- L’esistenza di un danno
- Il nesso causale tra l’evento e il danno subito.
- La responsabilità dell’autore del danno, per dolo o colpa.
Tipologie di danni risarcibili
Le voci si dividono in due gruppi:
- Danni patrimoniali: perdite economiche.
Includono danno emergente (spese e costi già sostenuti) e lucro cessante (redditi mancati). - Danni non patrimoniali: riguardano la persona.
Includono danno biologico (lesione all’integrità psico-fisica), danno morale e danno esistenziale (peggioramento della vita quotidiana).
Chi è colpito da malattie da amianto ha diritto al ristoro integrale di tutte queste voci.
Esempi di risarcimento danni
- Malasanità: un paziente che subisce danni da errore medico può chiedere un risarcimento alla struttura sanitaria o al medico responsabile.
- Infortuni sul lavoro: un lavoratore che subisce un danno per la mancata adozione di misure di sicurezza può ottenere un risarcimento dal datore di lavoro.
- Incidenti stradali: il danneggiato può ottenere il risarcimento dall’assicurazione del responsabile.
Le 3 norme chiave per il risarcimento del danno
- Articolo 2043 del Codice Civile: chi provoca un danno ingiusto è tenuto a risarcirlo (es. incidenti, lesioni, diffamazione).
- Articolo 1218 del Codice Civile: se un obbligo contrattuale non è adempiuto correttamente, scatta il risarcimento salvo prova di impossibilità non imputabile (es. responsabilità della struttura sanitaria, fornitori di servizi).
- Articolo 2059 del Codice Civile: consente il ristoro dei danni non patrimoniali (biologico, morale, esistenziale) nei casi previsti dalla legge e secondo i criteri elaborati dai tribunali.
Indennizzo
L’indennizzo è una somma di denaro prevista dalla legge o da un contratto, che viene erogata indipendentemente dalla colpa di un soggetto responsabile.
Quando si ha diritto all’indennizzo?
L’indennizzo è dovuto quando:
- Si verifica un evento previsto da un contratto o dalla legge (es. infortunio, malattia, decesso).
- Non è necessario dimostrare una responsabilità diretta di qualcuno, ma solo il verificarsi dell’evento.
Esempi di indennizzo
- Assicurazioni private: un lavoratore autonomo che ha stipulato una polizza contro gli infortuni riceve un indennizzo in caso di incidente.
- Indennizzo INAIL: un dipendente che subisce un infortunio sul lavoro può ottenere un indennizzo dall’INAIL, indipendentemente dalla responsabilità del datore di lavoro.
- Indennizzo per vaccini: in alcuni casi, chi subisce danni a seguito di una vaccinazione obbligatoria può ottenere un indennizzo dallo Stato.
Le 3 norme chiave per l’indennizzo
- Articolo 2045 del Codice Civile (stato di necessità): se un comportamento lesivo è servito a evitare un pericolo grave e inevitabile, al danneggiato spetta un’indennità equa decisa dal giudice.
- D.P.R. 327/2001 (espropriazione per pubblica utilità): quando la PA acquisisce un bene, paga un’indennità calcolata sul valore del bene e sulle sue caratteristiche.
- Legge 210/1992: riconosce un indennizzo a chi ha riportato danni da vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni o emoderivati. In tutti questi casi l’importo dipende dall’evento e dai requisiti di legge, non dalla colpa di qualcuno.
Differenze principali tra risarcimento e indennizzo
| Aspetto | Risarcimento del danno | Indennizzo |
| Origine de danno (base giuridica) | Deriva da un illecito civile o penale | Deriva da un contratto o da una legge |
| Necessità di colpa | Richiede la prova della responsabilità del danneggiante | Non richiede prova di colpa |
| Esempi tipici | Malasanità, incidenti stradali, infortuni sul lavoro con colpa del datore | Indennizzi INAIL, polizze assicurative, danni da vaccinazione |
| Finalità | Ripristinare la situazione precedente al danno | Offrire una protezione economica per eventi previsti |
Quale procedura seguire?
Come ottenere un risarcimento
- Raccolta prove: documentazione clinica, testimonianze, referti.
- Lettera di diffida: richiesta ufficiale al responsabile del danno.
- Mediazione obbligatoria o ATP: tentativo di risoluzione prima del giudizio.
- Azione legale: in caso di mancato accordo, si procede in tribunale.
Come ottenere un indennizzo
- Verificare i requisiti: controllare se l’evento è coperto da una polizza o da una legge.
- Presentare domanda: compilare i moduli richiesti dall’ente o dall’assicurazione.
- Eventuale visita medica o perizia: per valutare l’entità dell’indennizzo.
- Erogazione dell’indennizzo: se la richiesta viene accolta.
Cumulo tra risarcimento del danno e indenni: quando si può?
In molti casi puoi ottenere sia un indennizzo sia il ristoro dei pregiudizi subiti (il risarcimento), perché hanno titoli diversi (contratto/legge vs illecito).
Attenzione però a tre regole operative:
- Niente “doppio pagamento“ sulla stessa voce: ciò che copre esattamente lo stesso pregiudizio si detrae (principio di compensatio lucri cum damno).
- Rivalsa/subentro dell’ente o dell’assicurazione: chi ti ha pagato l’indennità (es. polizza o INAIL) può agire contro il responsabile fino alle somme erogate (surrogazione/rivalsa).
- Danno differenziale: se l’indennizzo copre solo una parte “tabellare” o standard, puoi chiedere la differenza (ad es. componenti non coperte, personalizzazione del danno, voci morali/esistenziali).
Esempio tipico
Infortunio sul lavoro: l’INAIL riconosce prestazioni economiche; se c’è colpa del datore/terzi, il lavoratore può richiedere ulteriori importi per ciò che non è coperto (cd. danno differenziale).
Conclusione: quando chiedere il risarcimento e quando l’indennizzo?
Comprendere questa differenza è essenziale per sapere come tutelare al meglio i propri diritti.
Se hai bisogno di assistenza legale per ottenere il giusto riconoscimento economico, contatta un avvocato esperto.
AvvocatoSalute.it è a tua disposizione per fornirti supporto in ogni fase della procedura.
Risposte alle domande frequenti (FAQ)
Qual è la differenza tra indennizzo e risarcimento?
L’indennizzo è una somma prevista da legge o contratto e non richiede di provare la colpa di qualcuno. Il risarcimento si ottiene quando c’è responsabilità (colpa o dolo) e serve a compensare tutti i danni subiti.
Qual è la differenza tra un indennizzo e un rimborso?
L’indennizzo è un importo forfettario/standard legato all’evento coperto. Il rimborso restituisce le spese effettive che hai documentato (fatture, ricevute).
Si ha diritto a risarcimento o indennizzo o entrambe?
Dipende dal caso. Possono coesistere perché hanno titoli diversi (illecito vs legge/contratto), ma non si sommano due volte sulla stessa voce di danno. L’ente/assicurazione può esercitare rivalsa/surrogazione per quanto pagato.
Come si fa il calcolo del risarcimento danni?
Si sommano: danno biologico (con criteri/tabellari), danni patrimoniali (spese, mancato reddito) e componenti non patrimoniali (morale/esistenziale), poi interessi e rivalutazione. Spesso serve una perizia medico-legale per quantificare correttamente.
Cosa dice l’articolo 2043 del codice civile?
“Qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno”.



