Risarcimento malasanità e tutela legale: come ottenere giustizia per errori medici e negligenza sanitaria con l’aiuto di un avvocato esperto.

Responsabilità medica: ottenere giustizia e il risarcimento del danno

Tempo di lettura: 5 minuti

Risarcimento malasanità per errore medico

Un errore medico può avere conseguenze gravi sulla salute e sulla vita di una persona.

Quando un paziente subisce un danno da malasinità a causa di negligenza o imperizia da parte di un medico o di una struttura sanitaria, ha il diritto di chiedere un risarcimento. Tuttavia, ottenere il giusto riconoscimento economico non è un percorso semplice.

Per avere un risarcimento per malasanità occorre dimostrare il danno subito, il nesso di causalità con l’errore sanitario e seguire una procedura ben precisa. 

In questo articolo ti spieghiamo tutto ciò che devi sapere per far valere i tuoi diritti.

Cos’è la responsabilità medica?

La responsabilità medica si verifica quando un medico, un infermiere o una struttura sanitaria causano un danno al paziente per:

  • negligenza
  • imprudenza
  • o imperizia.

La normativa di riferimento è la Legge Gelli-Bianco (L. 24/2017), che ha riformato la disciplina della responsabilità sanitaria, distinguendo tra:

  • Responsabilità contrattuale della struttura sanitaria: l’ospedale o la clinica privata rispondono per eventuali danni subiti dal paziente in virtù del rapporto di cura.
  • Responsabilità extracontrattuale del medico: il singolo professionista è responsabile solo in caso di colpa grave o dolo.

Quando si può richiedere un risarcimento per malasanità?

Puoi avanzare una richiesta di risarcimento in caso di:

  • Errore diagnostico: diagnosi errata o ritardata che ha compromesso la possibilità di guarigione.
  • Errore chirurgico o terapeutico: interventi eseguiti male, omissioni durante le cure.
  • Infezioni ospedaliere: malattie contratte in ospedale per scarsa igiene o negligenza.
  • Mancata informazione e consenso informato: trattamenti eseguiti senza adeguata informazione al paziente.

Chi è responsabile del danno subito?

La richiesta di risarcimento del danno può essere indirizzata a diverse figure, a seconda di chi ha commesso l’errore o l’omissione che ha causato il danno. In particolare:

  • Struttura sanitaria pubblica o privata: se l’errore medico è stato commesso da personale dipendente, la responsabilità ricade sulla struttura stessa. Questo significa che è possibile fare causa all’ospedale o alla ASL se l’errore medico è attribuibile a un medico, infermiere o altro operatore sanitario che lavora per la struttura.
  • Medico libero professionista: se il medico non opera come dipendente di una struttura pubblica o privata, ma agisce in libera professione, la responsabilità è personale e il risarcimento può essere richiesto direttamente a lui.

Come dimostrare un caso di malasanità?

Per ottenere il risarcimento è fondamentale provare:

  1. Il danno subito: raccolta di referti, cartelle cliniche, esami diagnostici.
  2. Il nesso causale: dimostrare che l’errore medico ha causato direttamente il danno.
  3. La colpa del sanitario: tramite una perizia medico-legale.

Quali sono i tempi per richiedere un risarcimento?

Il diritto al risarcimento si prescrive in 10 anni per la responsabilità contrattuale e in 5 anni per quella extracontrattuale.

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Quali danni possono essere risarciti?

Un risarcimento può coprire:

  • Danno biologico: danno alla salute del paziente.
  • Danno patrimoniale: spese mediche, mancato reddito.
  • Danno morale: sofferenza subita.

Qual è la procedura per ottenere un risarcimento?

  1. Richiesta stragiudiziale: diffida alla struttura sanitaria o al medico.
  2. Mediazione obbligatoria o Accertamento Tecnico Preventivo (ATP).
  3. Azione legale: causa civile se non si raggiunge un accordo.

Quanto può valere un risarcimento per malasanità?

L’importo del risarcimento del danno varia in base alla gravità del danno subito e all’età del paziente.

La quantificazione avviene utilizzando specifiche tabelle medico-legali, tra le quali le più autorevoli sono le Tabelle del Tribunale di Milano, aggiornate all’edizione 2024.

2024: Ultime sentenze della Cassazione

Caso 1: L’anestesia errata e la difficoltà nel dimostrare il nesso causale (Cass. Civ. 5922/2024)

I fatti

Un paziente si è sottoposto a un intervento per ipertrofia prostatica in una struttura ospedaliera pubblica. Durante la procedura, l’anestesista ha eseguito una puntura spinale, provocando, secondo il paziente, un danno neurologico permanente. Il paziente ha intentato causa all’azienda sanitaria, chiedendo un risarcimento per i danni subiti.

La battaglia legale

  • Tribunale di Torino: riconosce il danno e condanna l’ASL al pagamento di 29.000 euro.
  • Corte d’Appello di Torino: ribalta la sentenza, ritenendo che il paziente non abbia fornito prove sufficienti per dimostrare che l’errore anestesiologico abbia causato direttamente il danno.
  • Cassazione: conferma la decisione della Corte d’Appello, sottolineando l’importanza della prova del nesso causale tra errore medico e danno subito.

Principio giuridico stabilito

Il principio fondamentale ribadito dalla Cassazione è che non basta dimostrare l’errore medico per ottenere un risarcimento, ma è necessario provare che quell’errore abbia avuto un effetto diretto e certo sulla lesione subita. In altre parole, la mancanza di documentazione probante sul nesso causale porta al rigetto della domanda di risarcimento.

Le implicazioni per i pazienti

  • Documentazione dettagliata: ogni cartella clinica, referto o relazione medica può essere determinante per dimostrare la relazione tra errore medico e danno subito.
  • Consulenza medico-legale: una perizia tecnica può rafforzare la posizione del paziente in un eventuale contenzioso.
  • Testimonianze e prove indirette: anche elementi indiziari possono aiutare a ricostruire la catena causale tra errore e danno.
Caso 2: Omessa sorveglianza in sala parto e condanna per omicidio colposo (Cass. Pen. 40316/2024)

I fatti

In un ospedale siciliano, una paziente con due precedenti cesarei viene ricoverata per il parto. I medici di turno non effettuano un monitoraggio costante delle condizioni del feto. La donna subisce la rottura dell’utero, il feto va in sofferenza e muore prima che si possa intervenire con un cesareo d’urgenza.

La condanna

  • Corte d’Appello di Catania: condanna il medico responsabile per omicidio colposo.
  • Cassazione: conferma la sentenza, stabilendo che il rispetto formale delle linee guida non può esonerare un medico dalla responsabilità se la situazione clinica del paziente richiede maggiore prudenza.

Principio giuridico stabilito

La Corte di Cassazione ha stabilito che le linee guida mediche non garantiscono automaticamente l’esonero da responsabilità.

non sono un’esimente assoluta

Se un paziente presenta un quadro clinico complicato e con rischi evidenti, il medico ha l’obbligo di adottare precauzioni supplementari, anche se queste non sono espressamente previste dalle linee guida.

Le implicazioni per i pazienti

  • Il ruolo delle linee guida: anche se rappresentano un punto di riferimento, non sempre garantiscono l’esenzione da responsabilità.
  • Diritto al risarcimento per i familiari: nel caso di decesso per negligenza medica, i parenti hanno diritto a chiedere un risarcimento per danno parentale.
  • Importanza della sorveglianza ospedaliera: chiunque abbia dubbi sulla condotta dei sanitari dovrebbe raccogliere prove e consultare un legale esperto.

Lezioni da queste sentenze: come tutelarsi in caso di errore medico

  1. L’onere della prova è del paziente
    • Dimostrare l’errore medico non basta: serve un collegamento certo tra errore e danno.
    • La documentazione clinica è essenziale.
  2. Le linee guida non sempre proteggono i medici
    • Se un medico si limita a seguire le linee guida senza adattarle al singolo paziente, può comunque essere ritenuto responsabile.
    • La personalizzazione delle cure è un dovere fondamentale dei sanitari.
  3. Azioni da intraprendere in caso di errore medico
    • Raccogliere la documentazione: cartelle cliniche, esiti di esami, certificazioni mediche.
    • Chiedere una consulenza medico-legale: una perizia può dimostrare il nesso causale.
    • Consultare un avvocato esperto: per valutare la fattibilità di una causa di risarcimento.

Conclusione: difendere i propri diritti è possibile

Le sentenze della Cassazione mostrano chiaramente che il diritto al risarcimento per malasanità è un percorso complesso, ma non impossibile. Chi ha subito un danno da errore medico deve muoversi con tempestività, raccogliere prove e affidarsi a professionisti del settore legale e medico-legale.

Se pensi di aver subito un danno per responsabilità medica, contatta subito un avvocato esperto.

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