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Emendamento DDL 1241: Costi e Rischi per le Famiglie di Anziani Non Autosufficienti

Tempo di lettura: 6 minuti

Tagli alla sanità 2025? Una riforma ancora da definire

Il DDL 1241 è ancora in discussione: l’emendamento, sulle cure agli anziani non autosufficienti non è ancora legge.

Negli ultimi mesi, il dibattito intorno al Disegno di Legge n. 1241, intitolato: “Misure di garanzia per l’erogazione delle prestazioni sanitarie e altre disposizioni in materia sanitaria”, si è intensificato, soprattutto dopo la presentazione di un emendamento che potrebbe avere gravi conseguenze riguardo la copertura sanitaria per le persone anziane, malate e non autosufficienti che si tradurrebbero in costi per le famiglie.

Questo recente emendamento (6 marzo 2025), proposto dalla Senatrice Cantù, ha destato particolare preoccupazione tra famiglie, operatori sanitari e associazioni che tutelano i diritti delle persone fragili come Federconsumatori e Medicina Democratica solo per citarne alcune ed in Senato è stata riportata una lettera da parte delle organizzazioni sindacali confederali.

Emendamento DDL 1241: di cosa si tratta?

L’emendamento in questione mira a limitare la copertura del Fondo Sanitario Nazionale esclusivamente alle prestazioni “strettamente sanitarie”, escludendo da questa copertura le attività di assistenza socio-sanitaria.

Tuttavia, in molti casi, le prestazioni socio-sanitarie sono inscindibili da quelle mediche, poiché garantiscono il benessere complessivo di pazienti fragili, come gli anziani non autosufficienti.

Attualmente, l’articolo 30 della Legge 730 del 1983 stabilisce che il Fondo Sanitario Nazionale copra gli oneri delle attività sanitarie connesse a quelle socio-assistenziali.

L’emendamento propone di modificare questa norma, specificando che il SSN si farà carico solo delle prestazioni sanitarie, mentre le spese socio-assistenziali saranno a carico delle famiglie.

L’emendamento DDL 1241 in fase di esame: non è ancora legge

Come spesso accade nel percorso legislativo, un emendamento approvato in Commissione Sanità non rappresenta ancora una decisione definitiva.

Il DDL 1241 (qui trovi il fascicolo dell’iter) deve ancora superare numerosi passaggi prima di diventare legge.

Dovrà essere esaminato in Aula al Senato, poi alla Camera dei Deputati e, nel caso di modifiche, tornare nuovamente al Senato per un’ulteriore approvazione.

Solo al termine di questo lungo iter legislativo il provvedimento potrà essere promulgato come legge e pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Quali sarebbero le conseguenze?

Aumento dei costi per le famiglie

Se l’emendamento fosse approvato definitivamente, molte famiglie dovrebbero farsi carico di spese ingenti per le cure dei propri cari non autosufficienti, con il rischio di un accesso sempre più diseguale ai servizi di assistenza.

Disuguaglianza tra le Regioni italiane

L’approvazione di questo emendamento potrebbe generare ulteriori disomogeneità tra Regioni, poiché l’integrazione socio-sanitaria passerebbe in gran parte ai bilanci comunali o regionali, con grandi disparità nei livelli di assistenza.

Stiamo parlando di sperequazione sociale e una contrazione del principio di universalismo delle cure: l’opposto dell’inclusività.

Conflitto con la giurisprudenza esistente

La Corte di Cassazione ha più volte stabilito che le prestazioni socio-sanitarie, quando inscindibili dalle cure mediche, devono essere coperte dal SSN.

L’emendamento si scontrerebbe con precedenti giurisprudenziali consolidati, rischiando di generare nuovi contenziosi tra famiglie, Regioni e strutture sanitarie.

Retroattività della norma

Una delle proposte più criticate riguarda l’applicazione della norma anche ai procedimenti giurisdizionali in corso.

Questo potrebbe mettere in discussione cause già avviate da cittadini che, basandosi sulle sentenze della Cassazione, hanno ottenuto il riconoscimento della copertura sanitaria totale per i loro familiari.

Contattaci per una chiamata informativa gratuita.

Quanto costa alle famiglie questo emendamento?

Ogni realtà è differente e sarebbe complesso fare una stima economica dei costi aggiuntivi per le famiglie qualora l’emendamento Cantù venisse approvato.

Rimane però importante segnalare cosa quest’emendamento potrebbe implicare.

Costi diretti delle prestazioni socio-sanitarie escluse

Le prestazioni escluse dalla copertura del SSN potrebbero includere:

  • Assistenza domiciliare: infermieristica, fisioterapia, igiene personale.
  • Badante o OSS (Operatore Socio-Sanitario)
  • Strutture residenziali (RSA)
Impatto sul reddito familiare
  • Rischio povertà: Secondo Caritas, il 60% delle famiglie con anziani non autosufficienti è già in difficoltà economica.
Costi indiretti (nascosti)
  • Riduzione ore lavorative: Un familiare che si occupa dell’anziano perde in media 15-20 ore lavorative/settimana (fonte: Istituto Superiore di Sanità).
  • Stress psicologico e sanitario: Aumento del rischio di burnout (costi sociali stimati in €2-5 miliardi/anno, CENSIS, 2023).
Differenze regionali

I costi variano drasticamente tra Nord e Sud (es.: in Lombardia una RSA costa il 30% in più rispetto alla Campania).

Confronto con altri Paesi UE

In Italia, le famiglie coprono il 23% della spesa sanitaria (contro una media UE del 15%). Con l’emendamento, questa quota salirebbe al 30-35% (simile a Paesi con welfare debole come Grecia o Bulgaria). Fonte: Eurostat, 2022.

chargpt cosa pensa l'intellingenza artificiale

Cosa ne pensa l’IA?

Abbiamo chiesto all’intelligenza artificiale di leggere il fascicolo del Senato.
La sua considerazione finale è stata questa:

“In definitiva, dal testo del DDL 1241 e dai resoconti emerge un rischio concreto di maggiore onere per le famiglie, laddove la parte socio-assistenziale non venga più riconosciuta a carico del Fondo Sanitario Nazionale. Questo punto, se non l’hai già trattato nel tuo articolo, può essere un tassello ulteriore per informare le famiglie con anziani non autosufficienti dell’evoluzione normativa e delle sue possibili conseguenze.”

Approfondimento: La possibile questione di illegittimità della pretesa retroattività

Un tema particolarmente critico riguarda l’eventualità che la nuova norma, dopo le modifiche apportate, possa essere applicata anche ai procedimenti legali già in corso.

Questa prospettiva solleva dubbi di legittimità, poiché la legge italiana, in base all’articolo 11 delle disposizioni preliminari al codice civile, stabilisce un principio fondamentale: le leggi valgono solo per il futuro e non possono avere effetti retroattivi.

Le regole generali in materia di efficacia temporale delle leggi prevedono infatti che:

  • la legge diviene obbligatoria a partire dal quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione, salvo diversa previsione (art. 10 disp. prel. c.c.; art. 73 Cost.);
  • un nuovo testo legislativo non invalida la legge precedente, bensì la abroga, determinando la cessazione della sua efficacia per il futuro (art. 15 disp. prel. c.c.);
  • di regola, un fatto avvenuto mentre era in vigore una legge precedente continua a essere disciplinato da quella legge (c.d. ultrattività della legge abrogata).

In alcuni casi eccezionali, il legislatore può rendere retroattiva una legge, ma solo rispettando i principi costituzionali (art. 25 Cost.) e codicistici (art. 1 c.p.).

Questa modifica deve avvenire con “adeguate e giustificate ragioni” e non deve determinare un effetto “afflittivo” a discapito dei diritti già maturati.

Se la nuova norma venisse applicata anche alle cause già in corso, potrebbero sorgere dubbi di costituzionalità e un evidente contrasto con il principio di irretroattività delle leggi. Sarà interessante vedere se il Legislatore, o in seguito la giurisprudenza, confermeranno questa possibilità per i procedimenti avviati prima della sua entrata in vigore.

Approfondimento: Sentenze Cassazione prestazioni socio-sanitarie a carico del SSN

Le pronunce più rilevanti che hanno fissato il principio secondo cui, se le prestazioni socio‐sanitarie sono inseparabili dalle cure mediche, esse devono essere interamente coperte dal SSN, sono:

  • La sentenza della Corte di Cassazione n. 22776/2016, nella quale la Suprema Corte ha enunciato i principi consolidati in materia sociosanitaria, evidenziando che se l’assistenza medica e quella assistenziale sono indissolubili, il loro costo deve essere interamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
  • La sentenza n. 28321/2017 ha ribadito il criterio dell’inscindibilità: quando le cure mediche non possono essere erogate senza il supporto delle prestazioni socio-assistenziali, l’intera spesa rientra nelle prestazioni a carico del SSN.
  • La sentenza n. 21528/2021 in particolare nel contesto dei malati di Alzheimer, ha stabilito che le rette delle RSA devono essere totalmente a carico del SSN se le prestazioni sanitarie, inseparabili da quelle assistenziali, sono rese all’utente.
  • La sentenza n. 2038/2023 che ha ulteriormente confermato che la componente sanitaria, per essere considerata tale, deve essere inseparabile dall’assistenza quotidiana e, pertanto, non può essere trasferita in parte alle famiglie.
  • La sentenza n. 33394 del 19 dicembre 2024 rappresenta un ulteriore baluardo a tutela delle famiglie che assistono pazienti affetti da Alzheimer. Quando l’assistenza medica e quella socio-assistenziale siano così integrate da non poter essere scisse il loro intero costo deve essere a carico del Servizio Sanitario Nazionale.

Questi orientamenti giurisprudenziali sono fondamentali perché chiariscono che, in presenza di un trattamento integrato – in cui la parte assistenziale non può essere separata da quella medica per garantire un percorso terapeutico efficace – il costo complessivo deve essere sostenuto dal sistema pubblico e non trasferito parzialmente sulle famiglie.

Un’opportunità per migliorare la legge

Nonostante le preoccupazioni, il percorso legislativo non è ancora concluso e vi sono ancora margini di intervento per correggere eventuali storture.

Nei prossimi mesi, il DDL 1241 dovrà affrontare le seguenti fasi:

  1. Dibattito in Aula al Senato: Qui potranno essere presentati nuovi emendamenti per correggere o integrare il testo.
  2. Esame alla Camera dei Deputati: Anche in questa sede si potranno apportare modifiche e miglioramenti alla normativa.
  3. Eventuali modifiche e ritorno al Senato: Se la Camera introduce modifiche, il testo tornerà al Senato per l’approvazione definitiva.
  4. Promulgazione e pubblicazione in Gazzetta Ufficiale: Solo dopo tutti questi passaggi il DDL potrà entrare in vigore.

Un invito all’azione: facciamo sentire la nostra voce

La discussione è ancora aperta, e i cittadini possono giocare un ruolo attivo nel processo decisionale.

È importante che le associazioni che si occupano di assistenza agli anziani e ai malati non autosufficienti continuino a far sentire la loro voce per garantire un equilibrio tra le esigenze di sostenibilità economica e la tutela dei più fragili.

L’interesse pubblico sta crescendo e questo potrebbe spingere il Parlamento a riconsiderare alcune scelte.

L’iter legislativo è ancora aperto, e con il giusto impegno possiamo ottenere un risultato più equo e giusto per tutti.

È il momento di agire per garantire che nessuno venga lasciato indietro.

Grazie al portale AvvocatoSalute.it, offriamo assistenza legale a chiunque voglia tutelare il diritto alla copertura delle cure per i propri cari non autosufficienti.

Se ti trovi in questa situazione, contattaci per una consulenza gratuita: insieme possiamo fare la differenza.

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